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Martedì, 19 Marzo 2024
Prossima settimana decisiva

Verso un nuovo Dpcm entro il 3 dicembre con le regole per il Natale

Il governo Conte programma un nuovo decreto ministeriale che entro il 3 dicembre regolerà chiusure ed aperture. Le raccomandazioni per il cenone e Capodanno e per lo shopping sul tavolo, mentre gli spostamenti tra regioni rimarranno in parte interdetti. Ma la prossima settimana sarà decisiva per l'epidemia

Un nuovo Dpcm entro il 3 dicembre con le regole per il Natale? "La mia testa non è concentrata su quello che succederà tra un mese e mezzo, ma su quello che accadrà alla fine della prossima settimana. È su questo che ci giochiamo tutto, non sul cenone del 24 dicembre, con o senza i nonni o i parenti di primo grado": il ministro della Salute Roberto Speranza è categorico nell'intervista che rilascia oggi a La Stampa dopo l'ordinanza che dal 15 novembre ha dichiarato zona rossa la Campania e la Toscana e zona arancione Emilia-Romagna, Friuli-Venezia Giulia e Marche. Ciò detto, è vero che il governo progetta un decreto ministeriale con le regole per le festività e l'annullamento del coprifuoco per i giorni 24 e 31 dicembre. Ma prima di vararlo bisognerà vedere i numeri. Per questo il ministro crede che sia prematuro parlarne oggi. Mentre c'è chi lo attacca paventando un Natale con il lockdown. 

Un nuovo Dpcm con le regole per il Natale

Ma il tempo stringe. Il 3 dicembre scadrà l'ultimo decreto del presidente del consiglio dei ministri (Dpcm) e per quella data dovranno arrivare le regole per salvare il Natale. Come? Con un progressivo allentamento delle misure come il coprifuoco e una serie di regole e raccomandazioni per le feste in arrivo. L'agenzia di stampa Ansa ne enumera qualcuna: 

  • lo shopping per gli acquisti di Natale sarà sicuramente contingentato come sta già avvenendo in questi giorni specialmente in alcune grandi città e nel weekend, anche nelle zone gialle a rischio moderato;
  • per il cenone in casa ci saranno raccomandazioni e non divieti virtualmente inapplicabili: plausibile che non si possa essere più di sei a tavola, quindi solo conviventi e parenti stretti; 
  • potrebbe essere portato a sei anche il numero di commensali nei ristoranti delle zone gialle;
  • gli spostamenti saranno interdetti nelle zone rosse e limitati in quelle arancioni, anche tra regioni sarà sempre consentito il ritorno alla residenza o al domicilio, ma non si prevede un esodo dal nord al sud paragonabile a quello di marzo scorso;
  • il coprifuoco fissato alle 22 in tutta Italia potrebbe essere spostato alle 23 o a mezzanotte la sera del 24 dicembre e magari un po' più in avanti a Capodanno.

Tutto questo basterà? O si rischia così di favorire una terza ondata che sarà difficile poi da fronteggiare tra gennaio e febbraio 2021, come ha detto ieri Crisanti? Il Mattino conferma oggi che tra le ipotesi in campo dalle parti di Palazzo Chigi c'è l'idea di far slittare il coprifuoco di qualche ora e addirittura cancellarlo nei giorni di festa. Ma pronostica anche l'arrivo di due provvedimenti: uno che regoli le chiusure e le riaperture sino a ridosso del Natale, e che sia in grado di far rialzare un po’ la testa agli esercizi commerciali che hanno dovuto chiudere o ridurre l’attività, e uno successivo in grado di permettere alle famiglie di festeggiare il Natale seppur con più raccomandazioni che divieti. E così lo shopping sarà permesso già dal 4 dicembre non solo nelle zone gialle, ma gli orari saranno contingentati per fasce d'età. Nei ristoranti resterà l'obbligo di non essere più di sei a tavola, che però diventerà una raccomandazione per le feste private. Insieme al suggerimento di concedere il cenone soltanto ai parenti di primo grado. E intanto arriva anche l' Event Risk Planning Tool, una app sviluppata dal Georgia Institute of Technology in vista del giorno del Ringraziamento, che permette di verificare il rischio contagio da pranzi in famiglia su tutto il territorio statunitense e in alcuni paesi europei fra cui l'Italia. 

"Sicuramente ci sarà un allargamento delle possibilità di movimento ma dovrà essere un Natale sobrio: un 'liberi tutti' ci porterebbe ad una terza ondata", ha ribadito ad "Agora'" su Raitre Fabrizio Pregliasco, direttore sanitario dell'Istituto "Galeazzi" di Milano. "Dipende da noi, da come sapremo gestire la convivenza con il virus - ha spiegato Pregliasco - Dobbiamo essere consapevoli che quello che ci aspetta non è uno sprint ma una maratona". Il dottor Agostino Miozzo, coordinatore del Comitato tecnico scientifico, in un'intervista al Corriere della Sera invece dice che le priorità sono altre: "C'è un'emergenza che dobbiamo affrontare subito ed è quella delle scuole. Molti politici hanno scelto di sacrificare la scuola come segnale di efficiente reazione in risposta all'emergenza. Banalizzo e sintetizzo questioni drammaticamente serie, ma ho la percezione che la tradizionale cultura di disprezzo del bene primario che è la scuola e la formazione dei nostri giovani si traduca bene nelle reazioni di molti improvvisati politici del nostro disgraziato Paese". Anche  il professor Giuseppe Remuzzi, direttore dell'Istituto di ricerche farmacologiche 'Mario Negri', intervenendo a Studio24 su RaiNews24, ha detto che è inutile precorrere i tempi e fare previsioni in vista del Natale: occorre "buon senso e prudenza", bisognerà aspettare di conoscere l'andamento della curva epidemiologica Covid-19. E per intanto, "il meno contatti possibili" per frenare il diffondersi dei contagi. A suo parere conta l'andamento dei ricoveri, e in particolare quelli nelle terapie intensive, per avere un quadro più definito della situazione.

E Ranieri Guerra, direttore aggiunto dell'Organizzazione Mondiale della Sanità, ha fatto anche un po' di ironia a Buongiorno su Sky Tg 24: "Questo non è un virus che scompare con le festività, non rispetta le domeniche, i pranzi o le cene in famiglia. Nel momento in cui vedremo, come mi auguro, una diminuzione anche sostanziosa della curva di contagio, quello sarà il momento della massima cautela perché non si vada verso una terza ondata a gennaio o febbraio". Luca Zaia invece si complimenta con sé stesso per l'ordinanza del Veneto: "Nell'ultimo week end possiamo dire che si sono visti i primi risultati dell'ultima ordinanza. Molte persone hanno ascoltato il nostro appello a limitare le situazioni a rischio". Anche la sottosegretaria alla Salute Sandra Zampa oggi ha ricordato che "il virus non conosce né feste né domeniche. Le regole si rispettano sempre e in ogni occasione, nella speranza che in quei giorni di fine dicembre le misure siano meno restrittive e la situazione meno drammatica di quanto non lo sia oggi". E intanto Giorgia Meloni agita lo spettro del lockdown nel suo intervento a Quarta Repubblica:  "La verità la scopriremo andando avanti nel corso delle settimane. Da quel che vedo, le restrizioni aumentano, e con una lentezza che rischia di portare comunque di fatto a un lockdown. Però, nel tentativo di far finta che non si arrivasse a un lockdown, rischiamo di arrivarci sotto Natale, che sarebbe un fatto economico. Non si muore solamente di Covid, si muore anche di povertà. Spero ci consentano di festeggiare il Natale, che ci si arrivi in una condizione non dico di normalita' ma con delle maglie spero larghe". 

Quando finirà l'epidemia di coronavirus? Il sorriso dei numeri

La prossima settimana decisiva per l'epidemia

Quella che inizia oggi è quindi una settimana decisiva per l'epidemia di coronavirus in Italia dopo che per giorni i numeri hanno raccontato un rallentamento della crescita che però deve essere ancora confermato. Qualche elemento di ottimismo c'è, anche se i contagi rimangono alti, le terapie intensive restano sottoposte a una pressione crescente, le vittime aumentano. Il bollettino della Protezione Civile ieri riportava 33.979 nuovi casi e 546 morti mentre sono 3.422 i ricoverati in terapia intensiva. "Ma se guardiamo ai numeri, ci accorgiamo che i nuovi casi di coronavirus registrati nello scorso weekend sono gli stessi di quest’ultimo sabato e domenica", ribatte Speranza oggi rilevando i primi segnali di stabilizzazione della curva: "i prossimi sette-dieci giorni saranno decisivi, e ci diranno se la divisione del Paese in tre zone, e il meccanismo sostanzialmente automatico delle restrizioni regione per regione, sta dando i frutti che tutti speriamo".

Secondo il ministro anche i numeri delle terapie intensive rivelano una stabilizzazione: "Abbiamo fondate ragioni per ritenere che siamo arrivati al cosiddetto “plateau”, che equivale poi a un indice Rt uguale a 1. Vuol dire che per ogni nuovo contagiato che entra in intensiva un altro ne esce. Il nostro auspicio è che nella settimana ancora successiva, grazie alle ultime ordinanze sull’allargamento della zona rossa, l’indice possa scendere sotto 1. A quel punto i pazienti che escono saranno più di quelli che entrano, e il sistema torna ad essere perfettamente sostenibile". E la prima giornata di vaccinazione arriverà tra la terza e la quarta settimana di gennaio, sostiene ancora Speranza. 

Per questo, aggiunge il ministro, è attualmente inutile ragionare attorno alla possibilità di festeggiare il Natale con i propri cari a seconda delle forme e del grado di parentela: cosa accadrà tra quaranta giorni è troppo lontano, bisogna concentrarsi sulla prossima settimana: ovvero "Su come saranno andati, lunedì prossimo, la curva dei contagi, le terapie intensive, l’indice Rt, le altre aree mediche al di fuori del Covid. È su questo che ci giochiamo tutto, non sul cenone del 24 dicembre, con o senza i nonni o i parenti di primo grado". Per questo intanto l'Abruzzo sta per diventare zona rossa e la Basilicata ha deciso di chiudere tutte le scuole: perché essere duri oggi può portare a essere liberi domani. 

E sono i numeri, o meglio alcuni di essi a dirlo. Se le terapie intensive si sono stabilizzate, il numero dei ricoveri è tornato a crescere ieri mentre la curva dei decessi, sostiene sempre La Stampa, arriverà a un picco soltanto attorno al 10 dicembre. L'ultimo rapporto della Fondazione Gimbe dice che undici regioni hanno soperato la soglia dei ricoverati: tra queste il Piemonte, la Lombardia e la provincia di Bolzano. Ma anche la Campania ha superato il limite di letti destinati ai pazienti più gravi, mentre Puglia e Sardegna sono a un passo. E c'è chi paventa pericoli per la Puglia: "Io non conosco i dati, però quello che voglio ricordare a tutti è che quei dati, inseriti poi in un algoritmo, vengono alimentati ogni giorno dalle regioni. La Regione quindi sa se la situazione sta peggiorando, noi sindaci non lo sappiamo e non lo sanno nemmeno i cittadini", dice il presidente dell'Anci e sindaco di Bari, Antonio Decaro, ha risposto, intervenendo a Skytg24, alla domanda sull'appello del presidente dell'Ordine dei medici di Bari nonché della Federazione nazionale degli Ordini dei medici, Filippo Anelli a rendere la Puglia zona rossa. "Chiediamo al Governo dal primo giorno di entrata in vigore del Dpcm, e lo abbiamo fatto anche prima in cabina di regia - ha continuato Decaro - , di rendere quei dati trasparenti, in modo che i cittadini possano vedere i 21 parametri per l'indice di rischio e il numeretto, Rt, che è l'indice di contagiosità, così tutti conosciamo i numeretti che ci portano a quelle restrizioni".

Intanto anche la cancelliera tedesca Angela Merkel si riunirà oggi in videoconferenza con i primi ministri dei Laender per valutare l'efficacia del blocco limitato, in vigore in Germania dal 2 al 30 novembre al fine di contenere la diffusione del coronavirus. Per il quotidiano "Handelsblatt", durante i colloqui potrebbe essere deciso l'inasprimento delle restrizioni anticontagio. Nella bozza preparatoria della videoconferenza, si legge infatti che i contatti nei luoghi pubblici saranno limitati ai soli membri di un singolo nucleo abitativo. Al massimo, potranno aggiungersi due persone che condividono un'altra abitazione. Le feste in privato dovranno essere "del tutto evitate almeno fino a Natale". Oltre alle limitazioni esistenti, il governo federale propone ulteriori rigide restrizioni sui contatti e sulla quarantena. Bambini e giovani devono essere incoraggiati a incontrare esclusivamente un amico nel tempo libero.

Un nuovo Dpcm per il Natale ci porterà alla terza ondata? 

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